................. Antobrà
Un cavallo alato emerge possente nella sua vaghezza, le sue ali tracciano l'oscura semiluna del tempo - varco della dimensione della memoria dove la realtà incarna i simboli profondi dell'onirico.
L'azzurro specchio del pensiero è il lago increspato dal baluginìo di un roseo sentimento: è l'intreccio del rapporto duale dei compagni di viaggio che si contattano e si interpenetrano.
Avvolgenti le lingue torride del tramonto, bruciante il volto del sole che trapassa la tela; mentre è l'alba sul disteso deserto della speranza.
Antonella Brambati prova a dare volti ed ordini nominabili (padroneggiando ora con i colori, ora con le forme) al Caos del suo universo.
Le maree del mondo uterino si espandono e si ritraggono in un turbine di stati di coscienza impetuosi ma ampi e generosi.
Particolare rilievo assume l'opera in cui il mezzobusto di un Maestro spirituale collima con la serratura di una porta che appare nel cuore dell'artista: essa lascia intravedere l'esile ma recondita fessura che porterebbe dal magma alla pace e dal finito individuale alla liberazione nell'Assoluto.
Il fondo marino richiama la contempo il concetto di donna e di madre, costellato com'è di fiori ed altre sinuosità armoniose ma anche di gusci vacui e dalle nere cavità: moniti del passato, ora individuati e compresi, raccolti e resi per mezzo della funzione catartica della sua arte.

Gianluca Mancini

OPERE